Sono stati presentati oggi presso la sede di Confindustria Chieti Pescara, i risultati della ricerca “I lacci e i lacciuoli gravanti sulle imprese: il fisco”, realizzata dalla Fondazione Bruno Visentini con la collaborazione della Piccola Industria di Confindustria. I lavori sono stati introdotti dal presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone. I risultati della ricerca sono stati presentati da Fabio Marchetti, Condirettore scientifico FBV e coordinatore del progetto, e Luciano Monti Docente di Politica Economica Europea alla LUISS. Ne hanno discusso con il presidente P.I. Abruzzo, Pietro Rosica, il Consigliere regionale Camillo D’Alessandro e il presidente del Comitato tecnico Credito e Finanza Confindustria Vincenzo Boccia.
La ricerca della Fondazione Bruno Visentini ha esaminato il complesso di tributi e adempimenti fiscali gravanti sulle imprese, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese, al fine di fornire una valutazione complessiva dell’ordinamento tributario italiano, che ne rappresenti la sintesi in termini di complessita’. Cio’ attraverso: l’analisi di ogni singola forma impositiva e dei relativi adempimenti, considerando tutti i tributi che possono colpire l’impresa; la valutazione di sintesi, con un’apposita metodologia, dell’onere dei diversi adempimenti per l’impresa, basandosi sia sulla loro ‘frequenza’ che sulla complessita’ dell’adempimento, il ‘peso’; un’indagine sul campo, realizzata con la collaborazione di Piccola Industria di Confindustria, tramite la somministrazione, ad una rappresentanza di 40 piccoli e medi imprenditori, di un questionario finalizzato a verificare la coerenza dei risultati emersi.
Questi i risultati in sintesi: i tributi attualmente gravanti sulle imprese industriali italiane sono circa 40; la ‘frequenza’, che rappresenta il numero annuo di adempimenti fiscali, oscilla da 92 a 251. La variabilita’ e’ dovuta alla considerazione o meno degli adempimenti meramente eventuali; il ‘peso’di ogni singolo adempimento, che esprime una prima valutazione media del complesso degli adempimenti fiscali, e’ pari a 3 su 10 (peso in se’ non oneroso, ma a renderlo tale e’ la sua possibile ripetizione fino a 251 volte); la ‘valutazione ponderata complessiva’ dell’ordinamento tributario, ottenuta considerando congiuntamente ‘frequenza’ e ‘peso’, e’ pari a 8 su 10.
C’e’ poi il “tributo occulto”, cioe’ l’onere complessivo stimato sul tessuto delle PMI italiane, e’ di 29,1 miliardi di euro annui, dei quali 25,4 gravanti sulle micro imprese e 3,2 miliardi sulle piccole imprese. Da cio’ emerge che: la ‘valutazione ponderata complessiva’ si colloca su valori particolarmente elevati (8 su 10), a fronte di un’indicazione bassa del ‘peso’ (3). Il sistema tributario e’, dunque, complesso. Cio’ dipende dal dato, particolarmente alto, della ‘frequenza’ che puo’ arrivare fino a 251, cioe’ ad un numero di adempimenti superiore alle giornate lavorative di un anno (220): 251 diviso 220 significa 1,14 adempimenti fiscali giornalieri; alla complessita’ dell’ordinamento concorrono non solo i tributi ‘maggiori’, ma anche i tributi ‘minori’, caratterizzati da una complessita’ mediamente ridotta (da cui deriva il ‘peso’ ridotto) ma da una numerosita’ che incide in misura assolutamente rilevante sulla valutazione complessiva; piu’ di un quarto degli adempimenti richiesti per l’applicazione dei tributi ‘maggiori’ e’ dovuto a ragioni antielusive.
L’attuale sistema e’, d’altronde, un ‘sistema ibrido’, ancora prevalentemente casistico, cui sono stati aggiunti i nuovi istituti necessari a rispondere ad un’economia globale. Significativo e’ il progetto di riforma, gia’ delineato dalla legge delega dell’11 marzo 2014, n. 23, e in questi giorni in corso di attuazione, sull’elusione fiscale, ove all’introduzione di una disposizione di principio generale sull’elusione non ha fatto da contraltare l’eliminazione di tutte le numerose norme antielusive specifiche: norme casistiche con cui fino ad oggi il nostro ordinamento ha prevalentemente cercato di combattere l’elusione fiscale (si vedano i nuovi meccanismi di “reverse charge” interno, la fatturazione elettronica nei confronti delle PA, di cui si prospetta l’estensione anche nel settore privato, ecc.). La dimensione delle risorse interne assorbite dagli adempimenti censiti appare ancora piu’ significativa se rapportata alle risorse che le stesse aziende destinano ai progetti di ricerca e sviluppo (pari a circa 10,5 miliardi di euro). Se consideriamo che il “tributo occulto” gravante sulle sole imprese manifatturiere e’ pari a 3,8 miliardi di euro, cio’ significa che se fossero liberate tali risorse sarebbe possibile incrementare l’investimento nella ricerca, o comunque per la competitivita’, di oltre un terzo.
Lascia un commento