Si è spento a 87 anni e dopo una lunga malattia Mario Dondero, tra i maggiori fotografi e fotoreporter italiani ed europei. Nato a Milano nel 1928 ma genovese di origine, dopo l’esperienza partigiana Dondero si avvicina al giornalismo negli anni ’50 collaborando con ‘L’Avanti’, ‘l’Unità’, ‘Milano Sera’ e ‘Le Ore’, testata con cui “arriva il miracolo”, come lui stesso lo definisce in un’intervista riportata sul suo sito.
“Facevo il cronista e mi ero stufato di dover chiedere ogni volta un fotografo che corredasse i miei pezzi. In quattro e quattr’otto mi fecero ‘inviato fotoreporter'”, racconta. Poi nel 1955 con l’inseparabile Leica, Dondero si trasferisce a Parigi dove inizia a frequentare gli intellettuali più in vista. In quei giorni scrive: “Ho fotografato di tutto”. E tutti: da Daniel Pennac a Samuel Beckett fino a Sartre, Neruda, Maria Callas, Pier Paolo Pasolini, Giorgio De Chirico e Garcia Marquez, solo per citarne alcuni. Principalmente in bianco e nero perche’ “il colore distrae”. In Italia collabora tra gli altri con ‘L’Espresso’ e ‘L’Europeo’.
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