Che la telenovela argentina sia alla fine? Il condizionale resta d’obbligo, ma il 2 febbraio è stato annunciato un accordo tra la TfArgentina (l’ente di emanazione bancaria che segue i bondisti che avevano tango bond) e il nuovo governo di Buenos Aires di Macri. Il neopresidente sta, infatti, dando una svolta importante al Paese e sembrerebbe più incline a seguire i mercati che a remare contro. È una sostanziale novità nella politica del paese dopo molti anni di Kirchnerismo(dal cognome dei due presidenti, marito e moglie che han preceduto Macri) e una forte rottura con la politica tenuta fin qui dal Paese.
Che cosa prevederebbe l’accordo? A fronte di una richiesta di circa 2,5 miliardi di dollari da parte della TfArgentina riguardanti circa 900 milioni di dollari di bondargentini in mano a 50.000 creditori italiani (insomma capitale più interessi), l’Argentina si impegna a pagare il 150% del valore dei bond (ossia 1,35 miliardi di dollari) e la TfArgentina a non chiedere altri soldi. La proposta deve essere approvata dalla TfArgentina e, a marzo, dal parlamento di Buenos Aires.
È una buona proposta? Non piacerà certo ai duri e puri che volevano tutti gli interessi, ma dopo 14 anni dal crack è quantomeno realistica e consente ai tangobondisti di uscire con un piccolo guadagno. Unico problema è che al momento l’Argentina non si è ancora accordata con gli altri creditori (i cosiddetti fondi avvoltoio che han comprato i bond argentini a prezzi stracciati), anche se è in trattativa. Non sono esclusi altri colpi di scena.
Se non hai partecipato alle varie ristrutturazioni del debito argentino e hai ancorabond argentini (quelli originali) dovrebbe venirti chiesto l’assenso all’accordo. Sembrerebbe un’occasione per farla finita e una soluzione conveniente. Attendiamo, comunque, di capire bene come vanno avanti le trattative con i fondi avvoltoio e di capire quale documentazione ti verrà chiesto di firmare.
Se avevi precedentemente partecipato alla ristrutturazione del debito questa iniziativa non ti riguarda.(Altroconsumo.it)
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