Oggi Gianni Tonelli, Segretario Generale del SAP, è al sul 49° giorno di sciopero della fame con astensione totale da tutti i cibi con potere nutritivo esclusa acqua e sino ad ora ha perso ben 21 chilogrammi di peso corporeo. Nella giornata odierna sarà presente sotto il gazebo di piazza Montecitorio dove verso le ore 11.00 incontrerà quanti desiderano portargli la loro vicinanza e solidarietà. Si aspettano numerose delegazioni da diverse parti d’Italia nonché parecchi cittadini e politici. Tonelli è allo stremo delle forze. Nonostante la settimana passata sia stato ricoverato per tre giorni all’ospedale Santo Spirito di Roma è ancora più determinato nel proseguire la sua forte protesta nell’indifferenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a cui sono stati inviati più appelli e delle autorità di Governo ed in particolare di chi ha il dovere di amministrare la sicurezza nel nostro paese. Ascoltare Tonelli significherebbe prendere atto delle gravi denunce e confermare che l’apparato della sicurezza è debilitato. Ma soprattutto qualcuno se ne dovrebbe assumere la responsabilità. Chi denuncia la debilitazione dell’apparato di sicurezza viene perseguito, punito, sospeso dal servizio, deferito all’autorità giudiziaria.
Nonostante la farlocca, menzognera e irresponsabile propaganda di governo, la realtà è ben diversa ed è quella alla base dello sciopero della fame. I giubbotti antiproiettile sono scaduti, le armi vecchie e inadeguate, le caserme logore e sporche, la formazione è carente. Nella sola Polizia di Stato mancano all’appello 18.000 unità e in tutte le Forze dell’Ordine la carenza è di 45.000, e tanto altro ancora. Ogni giorno riuscire a svolgere il servizio in modo adeguato e garantire la dovuta sicurezza ai cittadini è sempre più difficile. L’ultimo riscontro eclatante in questo senso lo registriamo il 29 febbraio u.s. nella città di Sassari, in occasione di una pericolosissima rapina al caveau dell’Istituto di vigilanza “Mondialpol”. L’allarme al 113 avvisava che era in corso una sparatoria tra alcune guardie giurate e i malviventi, i quali stavano utilizzando armi pesanti. Tutto il personale della Questura presente in quel momento si mobilitava e incurante del rischio si adoperava per raggiungere il luogo della sparatoria. Prima si recava precipitosamente a ritirare i giubbotti antiproiettile e la pistola mitragliatrice M12. La brutta sorpresa però è stata che tutto era terminato. Nessun giubbotto, nessuna mitraglietta e nemmeno nessuna torcia elettrica. I colleghi intervenuti sul posto hanno dovuto fare irruzione con la luce dei propri cellulari. Alcuni indossando il giubbotto antiproiettile, altri con l’arma lunga e, i più fortunati, ma solo perché usciti qualche secondo prima dalla Questura, forse con entrambi gli equipaggiamenti. Nella Questura di Sassari, anche se sembra paradossale crederlo, il personale ancor prima di correre a fare il proprio dovere, deve precipitarsi per arrivare in tempo in armeria per potersi accaparrare i giubbotti antiproiettile prima che finiscano.
Il SAP di Sassari ha ora diffidato il Questore dal permettere interventi di Polizia al personale non in possesso dei necessari dispositivi di protezione personale previsti dalla normativa. I poliziotti sono consapevoli del rischio al quale sono esposti per la loro professione, ma ciò non significa essere mandati allo sbaraglio. Per tutti questi motivi e sino quando l’attuale maggioranza di Governo non vorrà prendere coscienza dei grossi problemi segnalati, Tonelli continuerà il suo sciopero della fame.
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