“Per promuovere la nuova Carta dei diritti universali delle lavoratrici e dei lavoratori abbiamo programmato piu’ 35 mila assemblee in tutta Italia, quindi e’ un lavoro capillare ovunque. La nostra Carta vuole cambiare la ricetta sul lavoro, dunque vola un po’ piu’ un alto”. Lo ha detto stamane a L’Aquila la segretaria generale della Cgil , Susanna Camusso, nel corso di una assemblea sindacale. “L’informazione ripropone ogni volta traducendo tutto in corride invece che in proposte e in capacita’ di leggere il futuro noi – ha osservato Camusso – riteniamo che ci sono stati 20 anni di legislazione in cui si e’ pensato che la riduzione del costo del lavoro avrebbe determinato lo sviluppo del Paese. Pensiamo che sia ora di tirare una croce e vedere che risultati ci sono stati: perche’ abbiamo perso attivita’ produttiva, perche’ siamo meno competitivi, perche’ abbiamo meno produttivita’, perche’ abbiamo un lavoro che tende da impoverirsi e a dequalifcarsi; quindi, evidentemente, bisogna cambiare ricetta. La ricetta ritorna e riparte dal fatto che bisogna dare valore al lavoro e perche’ impoverirlo non permette di valorizzarlo, ne’ di fare crescita nel Paese. Basti pensare al fatto che se si continua ad esportare la ricchezza nelle mani di pochi, manca la domanda aggregata del Paese e la domanda aggregata generale quindi abbiamo levato lo sguardo piu’ in alto tanto che la nostra proposta non e’ di ritornare dove eravamo ma riscrivere una idea di quali devono essere i diritti in capo all’insieme delle persone, quali sono i diritti nuovi che servono per affrontare i temi del cambiamento del lavoro. Tant’e’ – ha aggiunto la segretaria generale della Cgil – che la nostra Carta non si rivolge solo ai lavoratori dipendenti ma prova a guardare anche come e’ cambiato il mondo avendo condizioni differenti dal passato rispetto il tema delle collaborazioni e lavoro autonomo. Questi diritti non possono essere disgiunti e contrapposto con il lavoro dipendente sara’ una misura e una dimensione che vanno ben oltre la dialettica sui singoli provvedimenti di qualche tempo fa che non hanno tolto ne’ aggiunto niente rispetto ad una crociata che da 20 anni pensa che togliere i diritti e ridurre i costi di per se’ avrebbe cambiato il futuro”.
“E’ evidente che c’e’ una perversivita’ della criminalita’ organizzata nel sistema produttivo di questo Paese che e’ crescente. Quindi e’ un elemento che fa fare a tutti i conti con il fatto, una convinzione, che il sistema produttivo fosse di per se’ sano. E’ una convinzione che va ampiamente verificata nelle singole situazioni”. Lo ha detto stamane a L’Aquila, la leader della Cgil, Susanna Camusso, a margine dell’assemblea sindacale in cui e’ stata illustrata la proposta di legge di iniziativa popolare della ‘Carta dei diritti universali del lavoro’.
“Poi – ha proseguito Camusso – c’e’ la diffusione di forme di penetrazione della criminalita’ organizzata in settori di attivita’ che si avvalgono in varie occasioni del caporalato come strumento per agire”. Nel ricordare che la Cgil e’ parte civile in processi per caporalato e camorra, la segretaria ha evidenziato come “cio’ si pone in diretto contrasto con il lavoro perche’ esso per essere di qualita’ e regolato ha bisogno intorno a se’ di legalita’. Ma fare questo ragionamento significa sconfiggere un luogo comune, come e’ accaduto anche nella ricostruzione de L’Aquila, secondo cui il messaggio che viene fatto passare e’ comunque intanto lavori, intanto hai un po’ di reddito, ma di che ti lamenti? E’ quello che chiamiamo il lavoro pur che sia che e’ uno dei piu’ giganteschi alibi della crescita del lavoro nero e delle forme di frantumazione dei diritti e di caporalato e delle forme di organizzazione piu’ o meno schiavistiche”, ha infine affermato Camusso.
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