All’abruzzese Vito Moretti, nato a Chieti, e’ stato attribuito il prestigioso Premio internazionale “Citta’ di Pontremoli” per la poesia. La cerimonia si e’ svolta domenica 3 aprile nella suggestiva cornice del settecentesco “Teatro della Rosa”, di Pontremoli (Massa e Carrara) alla presenza delle autorita’ politiche della Lunigiana e della vicina Liguria e di una folta rappresentanza culturale, sia italiana che straniera.
Vito Moretti, docente universitario, scrittore e poeta in lingua e in dialetto, ha tenuto una dotta relazione sulla poesia e ha letto alcuni suoi testi, soprattutto dall’ultima raccolta, “Principia”, pubblicata dalle Edizioni Tabula fati. Alla cerimonia ha fatto seguito un bel concerto di musica classica. La raccolta – si legge nella scheda del libro – propone versi e affabulazioni ? o affabulazioni che si fanno versi e scrittura poetica ? di un “privato” che attraversa e rispecchia il tempo della quotidianita’ nei suoi ripiegamenti e nei suoi dettati esistenziali, ma anche al confronto con le grandi problematiche civili, con gli interrogativi morali e con le complessita’ della provincia, in parallelo con la storia contemporanea e con la realta’ del cuore e della mente.
Sono testi che s’incentrano su cifre e modalita’ espressive che ? pagina dopo pagina ? danno luogo ad un progetto di scrittura in cui il ritmo e la scansione degli accenti vanno dalla sintassi della lirica alle piu’ quiete e sobrie tessiture della prosa, dalle allusioni corsare e cruciali delle poesie alla linearita’ e al respiro dei margini lunghi e dalle venture dell’intuizione e dell’irrefutabile allo scorrere adagio e mansueto dei periodi e delle proposizioni, per assecondare un bisogno non tanto di estetica o di ricerca formale, quanto di un dire che si realizzi entro un concetto piu’ articolato di creativita’ ed entro le latitudini piu’ ripide della comunicazione. Principia e’ dunque un libro in cui le parole designano e fanno chiarezza, chiamano alla realta’ e danno significato, aprono sentieri e lasciano scorgere le strade del mondo e degli uomini: gli slarghi dove e’ destino che ciascuno viva e fantastichi, ragioni e parli del cielo e della terra, degli atti che ? di volta in volta ? lo fanno essere e riconoscere.
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