Quella che si terrà Sabato 9 aprile a Roma sarà la prima di una serie di iniziative che si susseguiranno nel 2016 per sensibilizzare il mondo dell’autotrasporto e, più in generale, quello dell’imprenditoria italiana di fronte alle novità imposte dai cambiamenti del sistema economico.
“La crisi iniziata nel 2008 e non ancora del tutto conclusa ha influenzato ogni settore dell’economia.” afferma Claudio Donati, Segretario generale di T.I. Assotir “Anche nel settore dell’autotrasporto sono così avvenuti importanti cambiamenti, tuttora in corso. Questi mutamenti vanno compresi e interpretati: solo con una piena presa di coscienza si può rendere nuovamente competitiva un’impresa su un mercato rinnovato. Competenze e capacità imprenditoriali sono gli strumenti per vincere questa delicata partita” spiega ancora Donati.
Si inizia così un percorso formativo diretto a imprenditori giovani, sensibili alle novità e al cambiamento che necessariamente va inserito nel mondo imprenditoriale.
MADE IN ITALY E AUTOTRASPORTO. Perché il settore dell’autotrasporto ha a cuore le sorti dell’intero sistema economico? In Italia, il trasporto su strada rappresenta l’85% dello spostamento di merci. L’autotrasporto si rivela così un anello della produzione e dei consumi imprescindibile. Autotrasporto e made in Italy sono diventati pertanto un binomio inscindibile, senza contare il contributo dato alle esportazioni, per le quali almeno in parte lo spostamento su gomma è fondamentale. Ogni settore del made in Italy deve farvi ricorso: emerge così la stretta interdipendenza dell’autotrasporto con ogni comparto dell’economia italiana. I dati forniti da ISTAT ed EUROSTAT relativamente al 2014 sono eloquenti nel dimostrare la varietà di prodotti coinvolti: in cima alla lista compaiono i materiali inerti (minerali e prodotti di cave e miniere), che costituiscono il 14%; seguono prodotti alimentari, bevande, tabacchi con il 13%; materiali da costruzione come vetro, ceramica, calce rappresentano il 12,5 %; metalli e manufatti il 7,8%; i prodotti agricoli il 5,2%; prodotti chimici e petroliferi insieme danno un altro 8%.
CRESCITA E RISPARMIO. Ma cosa si può fare per garantire una crescita alle nostre imprese in un momento di grande cambiamento per il sistema economico? La giornata del 9 aprile è dedicata interamente al tema dei costi dell’autotrasporto. Le aziende che fanno trasporto su gomma hanno molteplici costi che si riversano sull’intera filiera produttiva, fino ai costi finali per i consumatori: personale, carburante, capitale investito, manutenzione e gestione dell’azienda. L’obiettivo principale deve diventare quello di ottimizzare le risorse disponibili. “Le soluzioni proposte sono diverse e vanno individuate a seconda delle specifiche esigenze di ciascuna impresa”, – spiega Donati – “ma su alcuni temi comuni possiamo intervenire, come sulla gestione delle risorse, non sempre efficiente”. Ad esempio, ogni autista deve rispettare delle regole imposte dalla legge relative alle ore di guida e di riposo: l’imprenditore può però trovare le giuste combinazioni per ottimizzarne il rendimento. C’è poi il costo del carburante, che incide per il 30% sui costi di un’azienda: avere degli autisti professionalizzati, attenti, che sappiano esercitare una guida ecologica ed equilibrata può portare a un risparmio anche del 5%. Lo stesso gasolio può essere comprato in grandi quantità, permettendo di limitare la spesa grazie a un sistema di economie di scala; analogo discorso per l’acquisto di pneumatici e di altri elementi basilari. Si tratta di tutti risparmi che non vanno ad inficiare sul risultato finale. Ottimizzare i costi dell’azienda può fare la differenza tra guadagno e perdita, ma soprattutto consentire alla stessa di essere più efficiente nel rapporto con il committente.
L’autotrasporto si conferma così un valore aggiunto per promuovere e per rendere più competitivo il made in Italy, ma anche un punto di partenza per garantire un risparmio alle imprese di cui a beneficiare è in ultima istanza l’intera società.
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