Chi non si è divertito durante l’infanzia, e forse non ha mai smesso di divertirsi, nel fare le bolle di sapone? Giocare con le bolle di sapone è uno dei passatempi più diffusi, anche perché è di una estrema semplicità. Che cosa è più inconsistente, più ingannevole di una bolla di sapone? Insomma, vale la pena occuparsi di un argomento destinato, è il caso di dire, a finire in una bolla di sapone? Ma se l’oggetto di cui si parla è per sua natura, almeno apparentemente, molto fragile, non è così per il tema “bolle di sapone” che ha una ampiezza impensabile. Le bolle di sapone hanno una lunga storia nella letteratura, nella scienza, nell’architettura, persino nello spettacolo, soprattutto nell’arte. E nella musica. L’idea del libro è quella di raccontare “visivamente” la storia delle bolle di sapone. Non solo con le immagini dell’arte ma anche con quelle dell’architettura contemporanea, della scienza, della matematica, della natura. Lo ha scritto Michell Emmer, che lo presenterà domani a Roma, nel corso della bella rassegna ‘Uno scrittore Un’estate’, con interventi di Gianni Mattioli, ex ministro per le politiche comunitarie nonche’ uno fra i piu’ noti fisici del nostro paese e Alberto Oliverio, medico e psicobiologo, vincitore del Premio Capalbio 2009 per la sezione delle Scienze. Emmer, che è professore di matematica all’Universita’ La Sapienza, dove dal 2006 tiene un corso su Spazio e forma, ha realizzato 18 film della serie ‘Arte e matematica’, tra cui due pellicole su Escher. E alle bolle di sapone ha già dedicato, sempre per Bollati Boringhieri, un altro libro: “Bolle di sapone. Un lungo viaggio”, del 2008. Dotto esponente di quel raro mondo che cerca di unire umanesimo e scienza, Michele Emmer organizza da tredici anni il convegno Matematica e cultura a Venezia, e’ editor delle serie ‘Mathematics and Culture’ e ‘The Visual Mind’; autore anche ‘Visibili armonie’ nel 2006 e a sua cura, ‘Flatlandia’ (classico del XIX secolo scritto dal dotto reverendo Edwin Abbott Abbott), due anni or sono.
Carlo Di Stanislao
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