C’e’ un “lato oscuro dei social network” che investe tutte “le fasi cruciali e gli ambiti di vita delle persone” e cio’ avviene perche’ “molto stesso le persone sono impreparate a comprendere la reale portata” dei social media e “sottostimano i rischi e la gravita’ associati a certe condotte”. A mettere in guardia dai rischi della rete e’ stata questa mattina la criminologa Roberta Bruzzone, docente di Criminologia, psicologia investigativa e scienze forensi, volto noto della trasmissione “Porta a porta”, intervenendo a un convegno su “Sanita’ digitale e ciber security”, che la Asl di Pescara ha organizzato per il terzo anno.
“La rete, ha detto Bruzzone, se da una parte offre “delle possibilita’ positive e straordinarie”, dall’altra “e’ in grado di tirare fuori il peggio del peggio degli esseri umani”. Soffermandosi sulle pratiche da evitare, quando si ha a che fare con la rete, Bruzzone ha spiegato che “e’ sbagliato considerare Facebook e i social media come una estensione del salotto di casa, perche’ non lo sono, e quindi lasciarsi andare a certe manifestazioni e mettere a disposizione troppo generosamente certi contenuti della vita intima e privata”. Si pensa che questi contenuti “rimangano ristretti alla cerchia di amici o presunti tali, spesso perfetti conosciuti, ma e’ una idea poco intelligente. Molti dei guai legati ai social media e’ motivata da questo tipo di generosita’ nel condividere aspetti intimi, anche di tipo sessuale, su bacheche e piattaforme che purtroppo consentono la distribuzione virale” di questo materiale, “di cui si perde il controllo”.
Difficile, per Bruzzone, “stilare una classificazione dei soggetti piu’ a rischio. A rischio siamo tutti, ha detto, in diversi modi e sotto diversi tipi di scenari, ma l’alterata percezione del rischio, della gravita’ di certe condotte riguarda tutti”. E se si assiste sempre piu’ ad una deriva i motivi bisogna cercarli nel “disagio psicologico” che si manifesta “nella vita normale sotto tante condotte, dagli abusi in famiglia alle attivita’ persecutorie”, mentre “sulla rete queste tipo di dinamiche si spostano ed esplodono nella loro portata”. La Asl, promuovendo il convegno, ha voluto realizzare un’azione preventiva per salvaguardare gli interessi dei pazienti e dell’azienda e sensibilizzare gli addetti alla gestione dei dati, per far capire quali sono i pericoli esistenti e la necessita’ di proteggere i dati sensibili dei malati.
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