Lutto da Indianapolis per il motomondiale, che piange il campione bambino Peter Lenz, morto ieri a soli 13 anni, durante la prova delle 250. Il giovane pilota americano era al comando del trofeo Moriwaki 250 della Federazione Americana, gara di contorno del Gp d’Indianapolis.L’incidente è accaduto nel giro di allineamento, della seconda gara della categoria, a causa dello speronamento da parte di un’altra moto. Dopo l’incidente i commissari di gara avevano fatto intendere la gravità della situazione parlando di “lesioni traumatiche multiple”. Successivamente hanno dovuto comunicare il decesso del giovanissimo centauro. Il padre del piccolo campione, originario dello stato di Washington, questa mattina su Face book ha scritto: “Peter è deceduto facendo quello che amava. Il mondo ha perso una delle sue più brillanti luci. Dio benedica Peter e l’altro pilota coinvolto”. Mi domando se sia giusto che un bambino di 13 anni partecipi a gare così rischiose ed impegnative e quanto davvero comprenda che rischia ad ogni istante la vita. Ezio Pizarini, morto a 86 anni il 6 agosto, grande giornalista sportivo ed esperto di moto per Il resto del Carlino e Motosprint, certo avrebbe detto di no, perché i sogni dei bambini possono diventare incubi pericolosi, sotto la spinta e le ambizioni dei grandi. Ma come si fa a giudicare, stando fuori dalle cose e, soprattutto, provenendo da altre idee e da altre generazioni, ormai vecchie e sorpassate, nei propri assunti?
Carlo Di Stanislao
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