Ue o non Ue, questo è il dilemma: il quesito sulla eventuale Brexit riguarda anche 78 imprenditori britannici che gestiscono imprese insediate nel territorio della provincia di Reggio Emilia, sui quali, alla vigilia del voto referendario, punta i riflettori anche la Camera di commercio locale. Dall’analisi dell’Ufficio studi della Cciaa, emerge che i cittadini del Regno Unito sono attratti più dalle società, in particolare di capitali, che dalle imprese individuali. Sono infatti solo 15 i titolari di un’impresa individuale, mentre i restanti 63 ricoprono cariche amministrative all’interno di società: sono presidenti di consigli di amministrazione, amministratori unici, consiglieri, soci di società sia di capitale che di persone.
I settori in cui gli imprenditori Uk sono maggiormente presenti nel territorio reggiano sono quello delle attività manifatturiere (21 persone) -con una prevalenza del comparto metalmeccanico- e commerciali (18). Fra gli imprenditori del terziario, la parte più consistente svolge attività di supporto alle imprese (attività professionali, scientifiche e tecniche sono le prevalenti), oltre ad occuparsi di attività immobiliari e di supporto per le funzioni d’ufficio. Non mancano imprenditori del Regno Unito impegnati nella ristorazione o nei servizi alle persone, dell’istruzione o di attività creative, artistiche e di intrattenimento. Relativamente alla dislocazione sul territorio della provincia di Reggio, un imprenditore nato nel Regno Unito su due amministra un’impresa insediata nel comune capoluogo; a queste se ne aggiungono altre 10 con sede in comuni limitrofi (Albinea, Bagnolo in Piano e Quattro Castella), 10 aziende si trovano in Val d’Enza, 10 nei comuni rivieraschi ed infine 9 sono al confine con la provincia di Modena. (Dire)
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