“L’Aquila e’, allo stato attuale, una citta’ con un tessuto sociale inadatto ad accogliere i migranti”. E’ quanto afferma in una nota Michele Malafoglia, portavoce comunale di Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale del capoluogo. “A seguito del bando emesso dalla Prefettura dell’Aquila a fine dicembre 2015, e’ stata affidata al Comitato territoriale dell’Arci dell’Aquila, gia’ gestore del Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), l’accoglienza di 700 cittadini stranieri richiedenti asilo, da sistemare in strutture da un minimo di 4 a un massimo di 50 posti”, spiega Malafoglia.
“E’ notizia di questi giorni dell’arrivo di ulteriori 500 profughi solo in provincia dell’Aquila: alcune decine sembra siano stati alloggiati presso la caserma Rossi del capoluogo, nonostante appena un anno fa il sindaco della citta’, Massimo Cialente, avesse annunciato alla stampa un progetto di riqualificazione della caserma, che avrebbe dovuto ospitare gli dell’uffici dell’Agenzia del territorio, del Convitto Nazionale, dell’Istituto alberghiero e di quasi tutte le altre scuole superiori, e nella quale avrebbe proposto l’inserimento della biblioteca provinciale – sottolinea – un progetto concreto che avrebbe finalmente riportato nelle immediate vicinanze del centro i nostri ragazzi.
“Curioso come, dopo la conferenza del marzo di quest’anno, dove alcuni esponenti del Partito democratico hanno presentato un progetto per attivare centri di accoglienza aderenti alla rete Sprar il progetto di riqualificazione sia caduto nel dimenticatoio”, aggiunge Malafoglia. “Inoltre – continua – e’ evidente a chiunque che L’Aquila, nelle condizioni in cui versa allo stato attuale, non e’ assolutamente in grado di ricevere alcun migrante, a causa dello stato in cui versano sia le infrastrutture che il tessuto sociale della citta’. A questo punto, a nome di FdI-An dell’Aquila – conclude Malafoglia – chiediamo all’amministrazione cittadina e ai consiglieri comunali di adoperarsi per la causa, in quanto rappresentanti degli aquilani, scrivendo al governo e facendo presente la situazione, ben chiara, di incompatibilita’ di un territorio colpito dal sisma con qualsiasi politica di accoglienza caratterizzata da questi numeri”.
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