“E’ caos in Abruzzo sulla balneazione”. Lo affermano il Forum H2O e l’associazione Pescara PuntoZero che hanno inviato un esposto alle Procure di Teramo e Chieti su quanto accaduto in 4 comuni: Ortona, Francavilla al Mare, Giulianova e Martinsicuro. “L’analisi degli atti e una serie di sopralluoghi compiuti ieri hanno fatto emergere una situazione del tutto fuori controllo – affermano le due associazioni in una nota congiunta – con macroscopiche inosservanze della Direttiva comunitaria 7/2006 e delle normative nazionali che regolano la materia della balneazione. Ad Ortona mancano completamente i cartelli di divieto di balneazione su ben 3 tratti chiusi (su tre controllati!). Due di questi (‘350 metri a Nord della Foce del Fiume Foro’ e ‘350 metri a Sud della Foce del Fiume Foro’) sono chiusi dal primo maggio 2016.
Un altro, ‘200 a nord della stazione di Tollo’, secondo il Portale Acque del Ministero della Salute ieri risultava sulla carta chiuso temporaneamente alla balneazione. In tutti e tre i casi c’erano bagnanti, con diversi minori, anche di 2-3 anni che facevano il bagno in aree vietate alla balneazione. Su un quarto tratto, ‘Zona prospiciente molo nord Porto’, che doveva essere chiuso temporaneamente tra il 17 e il 19 giugno per un superamente dei limiti, non siamo riusciti a trovare alcuna Ordinanza di divieto (e di riapertura) pubblicata sull’albo pretorio online del Comune. A Francavilla al Mare – prosegue la nota – risulta incredibilmente aperto alla balneazione un piccolo tratto ‘140 metri a sud di Fosso S.Lorenzo’ che senza un esplicito provvedimento della Regione Abruzzo (che non c’e’) dovrebbe essere chiuso alla balneazione fin dal primo maggio mentre risulta aperto sul sito del Ministero della Salute. A Giulianova, invece, abbiamo segnalato alla Procura, come preannunciato, l’incredibile vicenda dell’ordinanza sul tratto ‘250 metri a Nord della Foce del Fiume Tordino’ che risulta essere stata emessa con due giorni di ritardo (17 giugno) e pubblicata sull’albo pretorio con cinque giorni di ritardo (20 giugno) rispetto alla comunicazione dell’ARTA del 15 giugno dell’avvenuto superamento dei limiti di legge. Infine a Martinsicuro, il tratto ‘200 a Nord della Foce del Vibrata’ e’ stato inopinatamente riaperto alla balneazione dalla Regione Abruzzo nonostante il Fiume Vibrata rimanga quello che e’ da alcuni anni, una fogna a cielo aperto”.
“Le criticita’ – sostengono il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua e l’associazione Pescara PuntoZero – sono state confermate recentemente anche dall’IZS di Teramo con tanto di articoli sulla stampa. Qui la situazione e’ esemplificativa del totale fallimento degli organi della Regione Abruzzo e delle altre istituzioni che, teoricamente, sarebbero poste a tutela della salute dei cittadini. Il tratto in questione era stato classificato dalla Regione Abruzzo in categoria ‘scarsa’, con divieto di balneazione dal primo maggio fino alla riapertura consentita solo dopo un provvedimento regionale sulla base di due imprescindibili fatti: il risanamento dalle fonti di inquinamento e due analisi positive. Le due analisi positive sono arrivate (cosa possibile anche in tratti critici date la condizioni di variabilita’ del mare e degli altri fattori che possono incidere) ma certamente non era stata eliminata la fonte di contaminazione, l’inquinamento del Vibrata.
Lo abbiamo anche scritto in tempo alla Regione diffidandola. Risultati? Il 6 giugno la Regione emana l’ok per la riapertura con una Determinazione a firma di Visca, riapertura che avviene materialmente con Ordinanza sindacale del 10 giugno. Al primo prelievo, del 13 giugno (dopo tre giorni!), si riscontra un superamento, bissato con il prelievo del 15 giugno! Possiamo quindi dire con certezza che grazie alla decisione della regione il 13 giugno i potenziali bagnanti hanno trovato l’acqua balneabile solo sulla carta perche’ in realta’ inquinata con tanto di referto ARTA (arrivato dopo le 48 ore dal prelievo per le ragioni tecniche che sappiamo). Rispetto a quest’ultima situazione, visto che la Regione Abruzzo ha preferito ignorare la diffida delle associazioni e i fatti purtroppo ci hanno dato ragione, chiediamo la rimozione dalla Dirigenza del Settore dell’ing. Carlo Visca, che ha sottoscritto la Determinazione Rimaniamo in generale allibiti – commentano infine le due associazioni – delle modalita’ di gestione del problema e, anche, della generale mancanza di controlli sul campo. Per questo crediamo che anche i vari uffici della Capitaneria di Porto debbano servegliare attentamente sulle attivita’ e sulle eventuali omissioni da parte dei comuni. Per questo abbiamo inviato l’esposto anche al Comando Generale a Roma”.
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