“Sono per l’alta moda, non per il prêt-à-porter fin da piccola mi piaceva il mondo etereo delle principesse”. Giulia Saba, classe ’94, ama gli abiti preziosi e non convenzionali. Studentessa all’Accademia di Costume & Moda di Roma e cestista per la nazionale femminile italiana di pallacanestro in carrozzina, Giulia si è aggiudicata, la settimana scorsa, il premio offerto dalla fondazione Isabella Rossini e destinato ai giovani con disabilità, che le consentirà di iscriversi al primo anno del master dell’Accademia.
“Quando il direttore della mia scuola mi ha parlato di questa opportunità e mi ha comunicato che con la mia buona media c’era la possibilità di ottenere questa borsa sono stata subito contentissima- racconta Giulia a Diregiovani- ancora non so bene in quale ramo, ma sicuramente la mia strada è questa”.
“Non tutti hanno la possibilità di usufruire di una certa moda- dichiara ancora la ragazza- a volte diventa difficile anche per me. Da seduti vestirsi è difficile e non è semplice trovare un capo che cada come vorresti. Ci sono molte problematiche che si risolverebbero facilmente ma non tutti hanno la possibilità di modificare i capi, diventa complicato, come del resto è complicato per una ragazza ‘mediterranea’ indossare qualcosa che è pensato per un altro tipo di corpo, un corpo piatto”.
Modella alla Fashion Week di New York
A fronte delle difficoltà, comunque, non mancano le iniziative. A Diregiovani Giulia racconta quella della fondazione italiana Vertical per la Cura della Paralisi, che a ottobre sarà alla Settimana della moda di Milano: “L’organizzazione raccoglie fondi che vanno donati alla ricerca sulle lesioni midollari ed è collegata al mondo della moda perché fa sfilare modelle in carrozzina insieme a modelle in piedi. Ho fatto da modella per loro, l’anno scorso siamo stati a New York e abbiamo sfilato durante la Fashion Week”.
“Anche se non è conosciuta da tutti, la tendenza a presentare degli standard diversi sta prendendo molto piede rispetto a prima- conclude Giulia- E dico ‘diversi’, ma di solito il vero ‘diverso’ è il modello che sfila normalmente, in realtà si comincia a dare corpo alla normalità”. (Dire)
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