Continua, a distanza, la tenzone fra il Premier Renzi e Massimo D’alema “Se D’Alema avesse messo un decimo dell’impegno che ha messo per combattere i suoi compagni di partito, come Prodi o il sottoscritto, nel combattere Berlusconi, non avremmo avuto Berlusconi al governo. Ma D’Alema è uno specialista in competizioni interne”. E’ la stoccata che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, rivolge a Massimo D’Alema, nel corso di un’intervista rilasciata al direttore del TgLa7, Enrico Mentana, sul palco della festa dell’Unita’ di Casalgrande (Reggio Emilia). Cogliendo al balzo una battuta del giornalista sulle rottamazioni, Renzi si toglie il suo sassolino dalla scarpa. E chiosa ironicamente: “La mia è una risposta coi baffi”.
Questo tre giorni fa. La risposta di D’Alema non si fa attendere ed è durissima.E per farlo il Presidente D’Alema sceglie di dare un’esclusiva all’Agenzia Stampa Italia (ASI) Riguardo al fatto della paternità delle riforme, Renzi ha dichiarato di aver sbagliato a personalizzare la campagna e chiama in causa Napolitano come vero padre della riforma. D’Alema ribadisce “Renzi chiama in causa Napolitano per coprire le proprie responsabilità” e “Italicum antidemocratico e la governabilità non dipende dalla legge elettorale ma dalla serietà dei partiti”. Sulla cosidetta “rottamazione”D’Alema ha aggiunto “Renzi non ha portato ricambio generazionale nel PD, ha solo voluto liquidare il gruppo dirigente storico della sinistra per spostare a destra il partito. Renzi disprezza la tradizione e la cultura di sinistra, anche nell’informazione (cacciata Bianca Berlinguer). Ma noi siamo ancora qui”.
Sull’economia “La crescita zero dell’Italia, le risposte inadeguate del governo Renzi sempre contro lavoratori e sindacati anziché per gli investimenti, la ricerca e l’innovazione” Per ultimo D’Alema non si risparmia la battuta all’arsenico “io ad Arcore non sono mai andato, lui da allievo ha superato il maestro”
L’intervista integrale, in esclusiva per l’Agenzia Stampa Italia (ASI)
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