La filiera biologica italiana continua a godere di ottima salute. Tutti gli indicatori più importanti rispetto al 2014 sono in crescita: dalle superfici (+7,5%), agli operatori (+8,2%), alle vendite (+15% ). Ma non è solo il mercato interno ad ottenere ottimi risultati: l’export cresce addirittura del +408% rispetto al 2008 e del +16% rispetto a un anno fa. A sottolinearlo sono i dati contenuti nell’Osservatorio SANA-ICE 2016 “Tutti i numeri del Bio” promosso e finanziato da ICE in collaborazione con BolognaFiere e realizzato da Nomisma con il patrocinio di FederBio e AssoBio.
La motivazione che spinge la maggioranza dei consumatori ad acquistare cibo biologico è la sicurezza, il rispetto dell’ambiente la tutela della biodiversità, un maggior controllo sono tra le motivazioni che spingono i consumatori a rivolgersi a questo tipo di mercato.
Tra i canali di acquisto per la spesa di prodotti biologici prevale grande distribuzione che viene privilegiata principalmente per la ‘comodità’ e prezzi più bassi. I negozi specializzati vengono scelti soprattutto per l’ampiezza della gamma di prodotti bio.
Ma l’interesse per il bio è forte anche fuori dai confini nazionali, lo dimostrano i dati delle survey di Nomisma per Sana-Ice 2016 sul consumatore di due mercati esteri: USA e Canada. Negli USA la quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi ha acquistato in almeno un’occasione un prodotto alimentare biologico è dell’81%, superiore a quella del Canada, dove il tasso è del 76%. Anche il bio Made in Italy riscuote successo nei due mercati (il 10% dei consumatori in USA e il 5% in Canada ha provato almeno una volta i nostri prodotti bio), il bio italiano ha un’ottima reputazione ma il potenziale è ancora inespresso. In particolare, per il consumatore americano, l’Italia è il primo nella classifica dei Paesi che producono i prodotti alimentari biologici di migliore qualità.
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