Per il trattamento non invasivo dei fibromi dell’utero, L’Aquila diventa un’eccellenza, dal 29 settembre scorso, infatti, all’ospedale ‘San Salvatore’ e’ stato attivato, prima iniziativa del genere nella nostra Penisola, un ambulatorio multidisciplinare per debellare i fibromi dell’utero (tumori benigni) senza ricorrere (nei casi in cui e’ possibile) all’asportazione chirurgica della parte malata.
Un mix organizzato di alte professionalita’, destinato a far decollare una tecnica non invasiva, gia’ utilizzata all’Aquila negli anni scorsi e rivelatasi prestazione d’eccellenza nazionale, ma al di fuori di un contesto strutturato e di una squadra di specialisti multidisciplinare. La tecnica e’ quella degli ultrasuoni focalizzati che distruggono la parte dell’utero aggredita dal fibroma ‘bruciandolo’ con temperature altissime, senza intervento chirurgico e senza danneggiare i tessuti circostanti. Una chance di enorme importanza che all’Aquila consentira’ alle donne, grazie a trattamenti di altissima tecnologia, di debellare il fibroma senza ricorrere al bisturi e di poter tornare a procreare: possibilita’ preclusa in caso di intervento chirurgico.
La portata innovativa dell’ambulatorio (che opera in day surgery), entrato in funzione il 29 settembre scorso all’interno del reparto di ostetricia e ginecologia, e’ dovuta proprio alla sinergia tra la metodica non invasiva degli ultrasuoni focalizzati – di cui L’Aquila dispone, in tutta Italia, insieme al Niguarda di Milano e all’Umberto I di Roma – e la professionalita’ degli specialisti, affinata e portata a picchi molto alti da anni di formazione ed esperienza. Nell’ambulatorio appena costituito all’interno del reparto di ostetricia e ginecologia, diretto dal prof. Gaspare Carta, confluiscono le attivita’ della radiologia interventistica, diretta dal prof. Carlo Masciocchi, della ginecologia, che fa capo al prof. Giulio Mascaretti nella gestione del nuovo ambulatorio, e l’attivita’ dell’anestesista che e’ presente per fronteggiare casi di necessita’ senza pero’ praticare la sedazione che non e’ prevista per eseguire il trattamento. L’organizzata coalizione delle tre specialita’ nel nuovo ambulatorio arriva dopo 5 anni di impegnativa attivita’, condotta nel segno del continuo e progressivo affiatamento tecnologico e professionale. I primissimi esordi all’Aquila degli ultrasuoni focalizzati risalgono al 2011 e da allora la tecnica, sia pure al di fuori della cornice multidisciplinare introdotta ora col nuovo ambulatorio, e’ stata gia’ praticata su oltre 300 donne affette da fibroma oltreche’ su casi di tumori all’osso. Dopo l’ultimo quinquennio – servito a ideare percorsi ad hoc, affinare la logistica, varare nuove strategie e integrare le diverse specialita’ – viene avviata un’iniziativa che in Italia e’ una novita’ assoluta, costituita dal nuovo ambulatorio multidisciplinare. Quest’ultimo diventera’ quindi il terminale di richieste di trattamento che sono gia’ arrivate da Portogallo, Belgio, Regno Unito, Ungheria ed Etiopia, in virtu’ di un’esperienza che ha mosso i primi passi negli anni scorsi.
“Si tratta”, dichiara il manager della Asl, Rinaldo Tordera, “di un’attivita’ di alto profilo scientifico e di grande innovazione che contribuira’ ad attrarre ancora di piu’ utenza da altre realta’, italiane e non, arricchendo l’ampia gamma di servizi gia’ presenti”. Prevista, gia’ nel breve periodo, un’impennata dell’attivita’”. “Oggi”, dichiara il prof. Mascaretti, “trattiamo circa 80 fibromi l’anno ma e’ chiaro che, con questa nuova organizzazione multidisciplinare, le richieste aumenteranno e potrebbero superare quota 300 nell’arco dei 12 mesi. All’Aquila, con l’attivazione di questo centro dedicato al trattamento non invasivo del fibroma dell’utero, stimiamo di trattare, senza bisturi, il 70% dei casi, salvaguardando la funzionalita’ dell’apparato riproduttivo della donna e permettendole di poter ancora procreare”.
Lascia un commento