Contro l’ indifferenza di fronte ai numerosi scenari di guerra che affliggono il mondo. È questo il filo conduttore della marcia Perugia-Assisi di quest’anno. A marciare sono 472 enti locali, più di 100 scuole, tantissime associazione e i ragazzi di Amatrice.
Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi ha detto: “Un fiume umano di pace che inquieta e orienta la storia nella misura in cui anche i governanti sono capaci di accogliere le speranze del popolo. E’ un’onda umana di pace quella di oggi ad Assisi per la marcia Perugia-Assisi che ‘travolge’ ogni cosa. San Francesco è per tutti faro luminoso ed esempio concreto di pace”.
Mattarella: Giovani esprimono speranza per un mondo senza guerre
“Nel giorno della marcia Perugia-Assisi, che ripropone la centralità dei valori di pace e di fraternità, desidero rivolgere un caloroso saluto agli organizzatori e a tutti i partecipanti, in special modo ai giovani che esprimono la loro speranza di vedere cancellate le guerre, le violenze e le limitazioni dei diritti umani in ogni angolo del mondo”. E’ stato il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inviato al coordinatore del Comitato promotore della Marcia, Flavio Lotti. “La pace è questione che non interpella solo i vertici delle nazioni o ristrette classi dirigenti – ha aggiunto Mattarella – I popoli subiscono le conseguenze delle guerre. È da loro che può venire una nuova stagione di cooperazione, di sviluppo sostenibile, di rispetto reciproco”.
Per Mattarella “ai giovani, anzitutto, tocca far sentire la loro voce. Vi proponete di camminare insieme per trovare una via di pace verso un futuro migliore. Trovare questa strada è possibile. Fermare le guerre non è solo possibile ma, anzi, è un dovere della comunità internazionale. Tante vite spezzate, tante famiglie disperate e sconvolte, tanti bambini uccisi, anche in questi giorni, scuotono la nostra coscienza. Non ci si può rassegnare alla strage e alle violenze di Aleppo. Ognuno di noi deve chiedersi cosa può fare per fermare la morte. Ognuno di noi è chiamato a seminare la pace, a partire dalla propria comunità”.
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