“Sono frutto di una scarica barile le accuse dirette e indirette che in queste ore si susseguono contro i costruttori. Una tecnica che scagiona tutti e che travolge a valle chi lavora sul campo contro tutte le difficoltà con le quali il pubblico riesce a far diventare impossibile qualsiasi attività di impresa”. E’ quanto afferma Marco Sciarra, presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori di Pescara, entrando nel merito delle polemiche che sui sono scatenate a seguito dell’ultimo evento sismico, che ha colpito Umbria e Marche.
Sciarra invita a smettere le polemiche “prive di senso e di pensare a Casa Italia, ricordando che con un terremoto di magnitudo 7, il miglioramento antisismico non basta. Se vogliamo case sicure al 100 per cento le dobbiamo rifare da capo. Questa è la verità ma nessuno la vuole dire perché è complicata”.
“’Le case crollano perché sono costruite male, Il Colosseo ha resistito, il problema è che oggi si costruisce male’: questa è la misura del profilo intellettuale – spiega Sciarra – che si è voluto imprimere ad un dibattito che invece esige un livello elevatissimo. Addirittura qualcuno in onda nazionale ha beatificato lo Sry Lanka raso al suolo da un terremoto che ha cancellato il grande patrimonio di meravigliose case costruite con il fango e dipinte a mano e ha poi fatto il parallelo con l’Italia dove, invece, le case con il terremoto crollano perché sono costruite male”.
Sciarra invita a considerare che “l’immenso patrimonio dell’italia è medioevale, quindi in muratura perché ai tempi non esistevano le tecniche antisismiche. Questo patrimonio è fatto di borghi ed è tutto il nostro valore: produce turismo per 147 miliardi di euro, il 9,4 per cento del Pil, con 2,5 milioni di persone che sono il 10,9 per cento dell’occupazione nazionale.
Se è stato realizzato dai costruttori e loro ne sono i responsabili, allora riconosciamo alla categoria una percentuale sul fatturato”
“Quanto al Colosseo – afferma Sciarra – il denaro speso per costruirlo fu pari a quello necessario per fabbricare una intera città capitale (più la manodopera degli schiavi a costo zero) ed è arrivato dal bottino delle guerre giudaiche e dal sacco di Gerusalemme… quindi, sicuramente non è costato quello che normalmente viene corrisposto per gli appartamenti. E certo non si fece con le gare d’appalto al ribasso, come vuole il nostro Paese e non i Costruttori. Nemmeno conobbe il cemento armato che, si sa, dopo 40 anni non svolge più la sua funzione: fu invece selezionata e scelta la migliore pietra che esistesse al mondo! Altro che bolle speculative e immobiliari alle quali siamo colpevolmente addomesticati!”
“Questo è il grande tema – conclude Sciarra – Parlano tutti di mettere in sicurezza, ma nessuno prefigura gli scenari reali nei quali si va ad intervenire su casette di malta e pietra. Vanno stabiliti gli obiettivi e cercatele soluzioni, che siano innovative, futuribili, creative e intelligenti come l’ingegneria italiana è in grado di fare, organizzando e raccogliendo intorno a sé la sinergia delle competenze internazionali. Trovare una soluzione per l’Italia e in Italia ci riposizionerebbe nel ruolo della centralità delle costruzioni riconnettendo l’Italia all’immaginario mondiale di Giotto, Michelangelo, Raffaello, Leonardo eccetera.
Tradotto, significa business a tutti i livelli”.
Lascia un commento