‘In scienza e coscienza’. E’ il tema del convegno organizzato oggi dall’Omceo Roma presso la sala Conferenze in via Bosio 19/a (angolo via De Rossi). Tra i relatori il presidente dell’Omceo Roma, Giuseppe Lavra, il rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, e l’ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia. Presidenti del convegno Cristina Patrizi e Anna Maria Cipriani. Per la prima volta l’Ordine offrirà la copertura streaming dell’evento sul sito www.ordinemediciroma.it. Nel mondo medico, profondamente cambiato, è necessario che i medici recuperino la conoscenza più diffusa del proprio Codice deontologico e la sua effettività applicativa; è necessario approfondire il contesto reale ed attuale in cui opera la professione medica ed è altresì necessario ridefinire e rivendicare l’autonomia professionale del medico nell’organizzazione in cui presta la propria opera. Ciò per affrontare le criticità del Ssn, rappresentate da un cronico sottofinanziamento, da un incongruo utilizzo delle risorse e da un assetto organizzativo complessivo impropriamente condizionato da troppi anni. E’ quindi tempo di trovare le soluzioni più idonee nel rispetto delle competenze e dei ruoli di tutti gli attori del pianeta Sanità, prima che il Ssn scivoli in una deriva di privatizzazione totale non condivisibile.
“Dobbiamo migliorare i servizi attraverso un processo di risveglio delle coscienze professionali e con questo convegno abbiano dato un importante contributo in questo senso”. Il presidente dell’Omceo di Roma, Giuseppe Lavra, traccia un bilancio del convegno dal titolo ‘In scienza e coscienza’, per la prima volta trasmesso in diretta streaming sul sito www.ordinemediciroma.it “Oggi abbiamo un malessere organizzativo che regna nelle strutture da cui dobbiamo uscire e la chiave di volta per uscirne- continua- è quella di diffondere il codice deontologico e soprattuto applicarlo e renderlo vitale, perchè troppo spesso è stato messo da parte”, rileva Lavra. Nel seminario sono state approfondite le regole deontologiche della professione, con la possibilità di arrivare a un codice europeo, e della nuove frontiere della professione medica come la medicina potenziativa, rivolta non più ai malati ma ai sani che cercano di andare oltre i limiti dell’uomo. Lavra spiega che il tema ‘Scienza e coscienza’ ha il senso di richiamare alla necessità di coniugare “la conoscenza degli elementi tecnici e non solo della professione con il significato della professione stessa. Il saper fare e il sapere essere medico. Il codice deontologico- sottolinea il presidente- è il dogma che dobbiamo rispettare: purtroppo questo discorso è messo da parte, non c’è sufficiente coscienza del ruolo perché c’è stato un addomesticamento delle conoscenze e i medici sono stati emarginati nell’ambito della organizzazione sanitaria”. Il convegno, a cui hanno preso parte tra gli altri il rettore della Sapienza, Eugenio Gaudio, e dell’ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha affrontato il nodo delle nuove frontiere della professione medica come la medicina potenziativa: “Abbiamo guardato al futuro, sono metodiche che possono essere insidiose, bisogna interrogarsi su questi bisogni e coltivare gli aspetti etici che vanno sempre aggiornati, lo faremo con cadenza di pochi anni”, conclude Lavra.
La medicina non si rivolgerà più solo ai malati ma anche ai sani, potenziando le capacità umane con scenari del tutto inaspettati e risvolti che non possono non apparire inquietanti. È la ‘medicina potenziativa’, un settore nuovo e poco conosciuto, che pone grandi sfide alla deontologia professionale dei medici e alla comunità tutta. Il tema emerge con forza nel corso del convegno su ‘Scienza e coscienza’, promosso dal presidente dall’Omceo di Roma Giuseppe Lavra. Lo introduce Maurizio Grossi, presidente dell’Ordine dei medici di Rimini e coordinatore della consulta deontologica nazionale: “Il nostro codice deontologico- spiega- prevede nuovi interessanti argomenti come quello della medicina potenziativa che ha un’evoluzione molto rapida e propone scenari nuovi ed inquietanti. Si tratta di una medicina che è molto più avanti di quello che si crede e porta a potenziare le performance dell’uomo oltre il suo limite. Così l’uomo va oltre il fisiologico e per questo si parla di ‘transumano’”. Il settore trova grandi applicazioni in ambito sportivo ma non solo. “Un esempio di questa medicina- prosegue Grossi- è l’emoglobina modificata che è capace di legare l’ossigeno fino a 20-30 volte di più, dando la possibilità all’uomo che la riceve di fare apnee di ore. Ben oltre le capacità umane e i 7-8 minuti del famoso Maiorca”. In questo modo, avverte il medico, “ci avviciniamo piu ad un mammifero come la balena capace di stare sott’acqua per ore. Questo è solo un esempio per far capire dove va la medica potenziativa che non si rivolgerà quindi più ai malati ma ai sani”.
“Tutto ciò che va nel senso della tutela della salute pubblica è positivo”. Così il rettore della Sapienza di Roma, Eugenio Gaudio, commenta con la ‘Dire’ l’obbligo di vaccinazione per le iscrizioni al nido, previsto dalla regione Emilia-Romagna che sarà seguita da altre regioni. A margine del convegno su ‘In scienza e coscienza’ promosso dall’Omceo di Roma, Gaudio osserva: “Sui vaccini purtroppo c’è stata una disinformazione anti scientifica che nel corso degli anni ha portato conseguenze. Negli anni scorsi per una disinformazione sui rischi che si corrono con le vaccinazioni si è arrivati a un rifiuto della vaccinazione da parte di centinaia di migliaia di persone, che ha portato a un numero di decessi, per esempio per la epidemia influenzale dell’anno scorso, che non era attesa. Quindi- prosegue- coniugando la libertà dei singoli con la tutela della sanità pubblica penso si possa trovare il punto di sintesi per far essere tutti sicuri di fronte alle epidemie influenzali e alle altre varie malattie, che sono essere prevenibili con le vaccinazioni”. Conclude il rettore: “Si è calcolato che con una spesa adeguata in vaccinazione il sistema sanitario in futuro tornerebbe in un equilibrio ottimale, per la non necessità di assicurare le cure delle malattie che i vaccini prevengono”.
“Il codice deontologico soffre di storicità, non può invecchiare. Va aggiornato continuamente per essere concreto e applicabile”. Lo sottolinea Maurizio Grossi, presidente dell’ordine dei medici di Rimini, intervenendo al convegno sul tema ‘In scienza e coscienza’ promosso dall’ordine dei medici di Roma, trasmesso in diretta streaming sul sito www.ordinemediciroma.it Grossi, che è anche coordinatore della consulta deontologica nazionale, osserva come le regole deontologiche non possono che aggiornarsi visto che “evolve il rapporto tra medico e paziente, cambia la tecnologia, la ricerca e cambiano gli stessi scopi della medicina che oggi ha anche quello del potenziamento psico- fisico dell’uomo”. In sostanza, “il codice di Torino del 2014 non esiste più, ha già subito aggiornamenti” a partire dall’articolo 56 che è stato censurato dall’Antitrust sulla pubblicità comparativa. Tra i temi su cui i medici sono impegnati per aggiornare le proprie regole deontologiche, Grossi cita la medicina estetica e quella potenziativa. Rispetto al tema molto attuale dei vaccini, Grossi sottolinea infine che in caso di genitori che rifiutino di vaccinare i bambini “il medico dovrebbe segnalarlo alla autorità competente perché il trattamento vaccinale è per noi fondamentale per evitare malattie gravi o mortali”.
“Equilibrio tra politica e autonomia della professione medica? Purtroppo vi è sempre un’antitesi fra questi due principi”. Lo sottolinea l’ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia, intervenendo al convegno su ‘In scienza e coscienza’, promosso dall’Omceo di Roma. “L’autonomia del medico è fondamentale sia per il medico che per il malato ma confligge con il dirigismo della politica, dell’organizzazione in genere. Quindi- continua- la formula attuale vede solo dei conflitti, vede una parte perdente, che sono sempre i medici, e questo nuoce ai malati. Bisognerebbe avere il coraggio di capire che la politica, l’amministrazione delle Asl, deve essere al servizio dei sanitari, quindi non essere il direttore che comanda, ma quello che favorisce l’azione”. Questo può avvenire “facendo dell’azienda sanitaria non un’azienda verticistica ma un’azienda di supporto ai dipartimenti. Questi- spiega Sirchia- devono avere la delega da parte dell’amministrazione, seppure con i dovuti controlli, a gestire in piena responsabilità la quantità, la qualità e il costo dei servizi sulla base di un budget negoziato. In più la figura del medico a mio avviso deve poter coordinare l’attività delle altre professioni sanitarie, perché non esiste un buon dipartimento che non abbia un vertice responsabile”
Marta Tartarini e Flavio Sanvoisin-Dire
Lascia un commento