Il Terremoto avvertito nell’Aquilano, di magnitudo 4.4 alle 17,14 del 29 ottobre 2016, secondo Alessandro Amato di INGV “non rientra nella sequenza sismica che ha devastato il centro Italia da agosto ad ottobre. Sicuramente e’ un’altra struttura“.
Il Geologo prof. Franco Ortolani, in una nota scrive: “Sottolineo che quanto sta accadendo dal 24 agosto 2016 evidenzia che nonostante il livello degli studi paleosismologici, strutturali e sismologici sia elevato, per la complessità strutturale del sottosuolo e i costi elevati delle ricerche tese a comprendere l’assetto strutturale tridimensionale del sottosuolo interessato dalle attive deformazioni, purtroppo non conosciamo ancora quale sarà la prossima faglia che si riattiverà causando un terremoto; nè conosciamo quale potrà essere la magnitudo del prossimo terremoto e quanta energia tettonica vi sia accumulata nelle diverse faglie attive”.
Ortolani prosegue: “Non conosciamo nemmeno la geometria delle faglie attive, prima che causino un terremoto, nè sappiamo quanta energia tettonica occorre (per le singole faglie sismo genetiche) ancora per causare un nuovo terremoto”.
“Per quanto riguarda il tratto di Appennino centrale in esame – conclude il prof. Ortolani – sappiamo che esistono faglie che interessano il sottosuolo (in una fascia ampia circa 50 km), nel quale si sta accumulando incessantemente energia tettonica, e che prima o poi origineranno qualche nuovo terremoto, come in passato”.
Sisma, geologo Ortolani: “Prima o poi qualche nuovo terremoto, come in passato”
Il Terremoto avvertito nell’Aquilano, di magnitudo 4.4 alle 17,14 del 29 ottobre 2016, secondo Alessandro Amato di INGV “non rientra nella sequenza sismica che ha devastato il centro Italia da agosto ad ottobre. Sicuramente e’ un’altra struttura“. Il Geologo prof. Franco Ortolani, in una nota scrive: “Sottolineo che quanto sta accadendo dal 24 agosto 2016 […]
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