Dopo Berta Caceres in Honduras a marzo, è toccato a un altro simbolo della lotta per la difesa dell’ambiente. Questa volta è toccato al 51enne messicano Isidro Baldenegro López, attivista della comunità degli indios Tarahumara, di cui era nativo. A legarlo a Berta Caceres anche il fatto di aver ricevuto il prestigioso riconoscimento Goldman Environmental Prize, una sorta di ‘Nobel’ per l’ambiente. Il Messico la scorsa settimana ha perso così uno tra i più coraggiosi membri dell’avanguardia schierata a protezione delle foreste della Sierra Madre, e dei popoli che ancora le abitano, e che vedono la loro sopravvivenza minacciate dai signori del narcotraffico e dalle aziende di legname. Entrambi questi soggetti sono interessati al disboscamento massiccio: i primi per avere terreno libero per la coltivazione di marijuana, i secondi per la vendite del prezioso materiale.
Stando a una prima ricostruzione dell’omicidio fornita dalla polizia e dalle fonti di stampa latinoamericane, Isidro domenica scorsa si trovava eccezionalmente in visita a casa di uno zio quando uno dei presenti ha estratto una pistola e gli ha sparato. L’assassino non ha fornito spiegazioni circa le ragioni del gesto, ma il fatto che Isidro avesse ricevuto numerose e ripetute minacce di morte – circostanza che lo aveva costretto ad abbandonare lo Stato di Chihuahua, di cui era originario e in cui risiede la sua comunità – fa pensare a un omicidio su commissione.
Questo assassinio si aggiunge a una lista già lunga: “Solo nell’ultimo anno– ha detto Isela Gonzalez, direttrice dell’Alianza Sierra Madre, intervistata dal ‘New York Times’- nella municipalità dove è morto Isidro sono stati quattro gli attivisti ambientalisti uccisi. Anche suo padre fu vittima di un attentato nel 1986. In Messico la legge non riesce a raggiungere molti angoli del Paese, dove gli interessi economici della criminalità o di aziende senza scrupoli riescono a prevalere, spesso con metodi tutt’altro che convenzionali. Dalla loro anche la corruzione in alcuni ambienti delle forze dell’ordine.
Alessandra Fabbretti-Dire
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