“Il mio viaggio (…) mi aveva mostrato quanto potesse essere dannosa l’agricoltura industriale per la campagna, per gli animali d’allevamento e per quelli selvatici (…) ero ansioso di vedere se c’era un’altra strada. E così sono finito in mezzo agli Appennini a viaggiare dentro una land rover con alcuni entusiasti rappresentanti del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Cercavo gli animali al pascolo in montagna che sono parte di un progetto (Life Praterie, nota a piè di pagina – N.d.R) che coinvolge diversi portatori d’interesse, dagli allevatori agli ambientalisti che lavorano per preservare la biodiversità. Il pascolo è diventato una parte importante della gestione paesaggistica per la natura”.
Incomincia così l’ultimo capitolo del libro “Dead Zone” di Philip Lymbery, prosecuzione del precedente volume “Farmageddon” e frutto di una ricerca, condotta per due anni in diverse parti del mondo, che ha messo in luce come l’allevamento intensivo stia avendo un impatto devastante sulla fauna selvatica. Il libro, che propone come soluzione il ripristino dell’allevamento degli animali all’aperto, in modo da garantire il benessere degli animali da allevamento rispettando allo stesso tempo la fauna selvatica, dedica alcune pagine agli scenari del Gran Sasso e alle azioni strategiche del Parco nell’ambito del progetto LIFE “Praterie”.
Direttore generale di CIWF (“Compassion in World Farming”, cui è affiliata l’associazione italiana CIWF Italia onlus), e personalità tra le più influenti del settore alimentare – avendo avuto, tra l’altro, un ruolo fondamentale nell’approvazione di importanti riforme delle legislazione europea – Lymbery ha incontrato il progetto “Praterie” nell’estate 2016. La sua attenzione per il progetto era motivata in particolare dalla possibilità evidenziata da “Praterie” di attuare una relazione virtuosa tra sostegno all’allevamento estensivo e conservazione della biodiversità.
Nel libro, pubblicato da “Nutrimenti”, lo scrittore rammenta l’albergo di Fonte Cerreto in cui ha soggiornato e la ricca colazione all’italiana che vi ha consumato, soffermandosi con emozione a descrivere il paesaggio di Campo Imperatore e gli animali incontrati in gran numero e lasciati liberi di pascolare. Lymbery riporta anche brani di interviste al veterinario del Parco, Umberto Di Nicola e all’allevatore di Castel del Monte Giulio Petronio, presente, quest’ultimo, anche nel filmato “A land without animals”, anch’esso in procinto d’esser pubblicato.
“E’ una grande soddisfazione per il Parco e per il progetto Life – ha commentato il Presidente Tommaso Navarra – in quanto “Praterie”, come espressione stessa della compartecipazione delle comunità locali alla missione di tutela incarnata dal Parco, costituisce una punta di diamante nella progettualità dell’Ente. L’idea che tale azione abbia trovato spazio in una ricerca tanto rigorosa, oltre che in un video che sarà diffuso a livello internazionale, rilanciando così un’immagine positiva delle terre e delle economie montane sottoposte a protezione, è senz’altro motivo di orgoglio e di vanto per tutti noi”.
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