Il Portogallo brucia, dichiarato lutto nazionale per tre giorni. Un incendio di vaste proporzioni ha invaso da ieri i boschi intorno a Pedrogao Grande, circa 200 chilometri a nordest di Lisbona, in una zona nel centro del Paese caratterizzata da piccoli villaggi ed enormi pianure attraversate da diverse superstrade. Il bilancio al momento è di 62 morti e 57 feriti, sei dei quali in condizioni gravi. Finora non ci sono italiani fra le vittime identificate. Il premier portoghese, Antonio Costa, ha definito il rogo “una delle più grandi tragedie degli ultimi tempi per un evento di questo tipo”. “Non abbiamo memoria di una tragedia umana di dimensioni pari a questo incendio”, ha affermato.
Sulle cause, la polizia indica come ipotesi più probabile quella di un fulmine caduto su un albero secco ed esclude il dolo, ma per avere certezza bisognerà attendere l’esito delle indagini. La rapida propagazione dell’incendio, che ha raggiunto proporzioni enormi nella notte, si spiega con le “condizioni meteorologiche estremamente avverse” registrate sabato, con temperature superiori ai 40 gradi e vento, ha spiegato il direttore nazionale aggiunto della polizia, Pedro do Carmo.
Il rogo continua a bruciare, oltre 700 i pompieri impegnati, e sul posto sono giunte anche squadre di psicologi per dare conforto ai sopravvissuti, molti dei quali in stato di shock per la perdita di familiari.
Il Papa, nel corso dell’Angelus, ha espresso “vicinanza al popolo portoghese per l’incendio devastante che sta causando vittime”. “Preghiamo per loro“, ha detto. Dall’Italia, il premier Paolo Gentiloni si è tenuto in contatto con il primo ministro portoghese, esprimendogli amicizia, solidarietà e vicinanza.
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