“Non sarebbe stato male inserire, nella recente legge sui Parchi, qualche parolina magari anche incisiva sul tema degli incendi. Purtroppo è stata l’ennesima occasione persa. Dobbiamo pensare subito ad inasprire le pene nei confronti di chi causa gli incendi che rappresentano dei veri crimini, assassinii nei confronti dell’Umanità. Bruciare un bosco significa mandare in fiamme il futuro della gente, del Pianeta. Ed ecco che mentre l’Unesco premia il Patrimonio Ambientale italiano riconoscendolo quale Patrimonio dell’Umanità, in Italia non riusciamo a difenderlo. Dobbiamo pensare ad attivare tutti quei processi educativi, culturali di prevenzione e porre finalmente al centro delle scelte il rispetto per il territorio. L’Italia è il Paese europeo con maggiore bio- diversità, è un concentrato di climi e territori diversi e noi purtroppo sembriamo non comprenderlo”. Durissimo Stefano Spinetti, Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche che in questi luoghi ci portano i turisti maturando Pil per l’Italia .
“Oggi il patrimonio ambientale italiano è minacciato dalla siccità, anche quella indotta dall’uomo. Secondo i geologi stiamo vivendo l’epoca dell’Antropocene, è l’uomo che sta incidendo sull’evoluzione della natura. Anche in queste ore il territorio italiano – ha continuato Spinetti – è minacciato da numerosi incendi, magari dolosi. Oggi il Patrimonio Ambientale Italiano va reso più fruibile, spiegato, narrato, raccontato come opera d’arte e non bruciato”.
Negli ultimi 10 anni sono andati in fumo più di 500.000 ettari di boschi. Il fenomeno ha assunto il carattere di una vera calamità naturale. Si riduce il grado di sicurezza ambientale aumenta il rischio idrogeologico
“L’incendio boschivo, in Italia è un fenomeno che ha assunto il carattere di una vera e propria calamità naturale e riduce sensibilmente il grado di sicurezza ambientale. Nell’immediato post incendio per evitare fenomeni di degrado dovrebbero essere introdotte delle regole specifiche in merito ad interventi di primo risanamento e mitigazione. Oggi, in Italia, la legge non prevede, subito dopo l’incendio – ha affermato il professore Gilberto Pambianchi, Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani, docente dell’Università di Camerino che nelle prossime ore sarà a Roma per importanti incontri sulla Cartografia Geomorfologica d’Italia; una cartografia fondamentale per la difesa del territorio – l’obbligo di studi geologici e geomorfologici di dettaglio fondamentali a nostro avviso per un’immediata progettazione di pronto intervento in quei luoghi devastati. La frequenza e la violenza degli eventi estremi metereologici, sempre più frequenti, potrebbero danneggiare le aree incendiate e compromettere le future azioni di mitigazione a medio e lungo termine. Sono tutte situazioni di potenziale rischio idrogeologico e potrebbero riattivarsi frane quiescenti”.
Alto il rischio idrogeologico
“In Italia andati in fumo più di 500.000 ettari di boschi in 10 anni. Un’area a bosco denudata da un incendio potrebbe mettere in luce, frane quiescenti, incisioni torrentizie profonde e altri processi geomorfologici prima nascosti dalla vegetazione. Quest’area sarà più vulnerabile e se non si interviene rapidamente potrebbe evolvere con fenomeni di alto rischio. Risulta pertanto di estrema importanza l’introduzione di una legge per attuare nell’immediato post incendio rilevamenti geologici e geomorfologici di dettaglio – ha concluso Pambianchi – a cui dare seguito con una progettazione di primo intervento per la mitigazione della pericolosità e dei rischi. Riteniamo inoltre opportuno un monitoraggio periodico per stimare l’andamento della resilienza della vegetazione al fine di valutare eventuali modifiche nel caso in cui la ripresa mostri qualche difficoltà. Inoltre dagli studi condotti da noi geomorfologi è emerso il come sia importante conoscere la geologia del luogo anche per comprendere l’evoluzione dell’incendio”.
Lascia un commento