La nascita di nuove imprese in Abruzzo continua a mantenere un trend negativo nel I semestre del 2017. Nonostante i dati sul tasso di sviluppo imprenditoriale mostrino una graduale ripresa dopo gli anni più acuti della crisi, il numero di imprese nei comuni montani e parzialmente montani fa registrare un -0,27%. Allargando lo sguardo all’intero territorio abruzzese la situazione migliora leggermente ma continuano a morire più imprese di quelle che nascono, dopo aver registrato +0,09% nel 2015 e +0,20% nel 2016 in Abruzzo i numeri tornano negativi nel I semestre 2017 con un – 0,11%.
La fotografia è stata scattata dalla Nota Flash pubblicata da E-Data, spin-off di ricerca e servizi avanzati dell’Università di Teramo. La ricerca rientra in un lavoro di studio più ampio che lo spin-off sta portando avanti sulle aree interne e sui comuni montani abruzzesi, con l’intento di fornire informazioni utili per valutare le politiche da intraprendere e supportarne lo sviluppo.
Un quadro di luci e ombre quello che emerge dallo studio. In Abruzzo le imprese operanti in comuni montani sono quasi 60 mila, con una incidenza sul totale delle quasi 150 mila imprese abruzzesi che restituisce un valore pari al 40,3%, più elevato delle media nazionale che si attesta al 34,0% con oltre 2 milioni di imprese.
Tra le province quella di Teramo è l’unica ad aver incrementato, seppur lievemente, il numero delle imprese operanti nel proprio territorio nel I semestre del 2017 (+0,03%). La provincia dell’Aquila seppur attestata ancora su valori negativi (-0,03%), vive comunque ad un trend in ripresa (-0,49% nel 2015). La provincia di Pescare al contrario registra un calo delle imprese (-0,18%), dopo aver mantenuto buoni tassi di crescita negli anni precedenti (+1,12% nel 2015). Stabile la provincia di Chieti (-0,23%) nel I semestre 2017, valore identico a quello del 2015 e 2016.
Anche sui singoli territori emerge un quadro disomogeneo dall’analisi delle ex Comunità Montane.
Prosegue la lunga crisi della Montagna Pescarese che ha visto chiudere i primi sei mesi del 2017 con un pesante -1,71% che si va ad aggiungere al -0,38% del 2015 e al -0,96% registrato nel 2016. Più in generale, ben 7 delle 11 ex Comunità Montane hanno verificato tassi di sviluppo negativi nei tre periodi considerati, a cui si può aggiungere il complesso di tutti gli altri comuni montani della regione non costituiti sotto forma di comunità montane. Da notare poi il caso dell’Alto Sangro, area contrassegnata da andamenti in controtendenza rispetto a quanto rilevato con riferimento al complesso della regione, con una pesante battuta di arresto in questi primi sei mesi del 2017 (-0,82%) che arriva dopo un 2016 e soprattutto un 2015 particolarmente brillanti.
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